Ha iniziato a realizzare scarpe per piloti cinquantacinque anni fa. Da quel momento tanti campioni hanno scelto lui e ancora oggi scelgono le scarpe da corsa del “calzolaio di Cefalù”, perché fatte su misura, leggere, comode e soprattutto uniche al mondo. Tra questi: Vic Elford, Mario Andretti, Brian Redman, Ignazio Giunti, Carlos Reutemann, Emerson Fittipaldi, Clay Regazzoni, Jo Siffert, Jackie Ickx, Renè Arnoux, Gerald Larousse, Auturo Merzario, Sandro Munari e non ultimo, il siciliano Nino Vaccarella. Per un certo periodo Francesco è stato anche il fornitore ufficiale della Scuderia Ferrari di Formula 1. Nel 1965, sollecitato dai piloti Ignazio Giunti, Nanni Galli e Geki Russo, il Mastro Calzolaio di Cefalù “Ciccio” ha realizzato il primissimo paio di scarpe ideate e concepite per le competizioni automobilistiche. Da lì è partita una lunga “corsa” che ha portato il giovane madonita a raggiungere importanti traguardi. Nel 1977 Niki Lauda è diventato campione del mondo indossando le scarpe del maestro siciliano. Oggi, come tanti artigiani italiani, anche Francesco trascorre il suo periodo di quarantena a casa, a causa dell’emergenza coronavirus.

1 – Come sta trascorrendo queste settimane di emergenza COVID-19?

Naturalmente, come tutti gli italiani trascorro questo periodo di quarantena a casa, qui a Cefalú, assieme a mia moglie Angela. Devo ammettere che non mi pesa più di tanto, dobbiamo essere ligi al dovere. Certo, dopo tanti anni vissuti nel mio negozio sul lungomare, non essere al mio “posto di comando” mi pare un poco strano, ma non importa. Ora l’importante è restare a casa, come tutti ci dicono di fare: solo così torneremo presto alla normalità. Naturalmente in questo periodo non posso recarmi al laboratorio per costruire le scarpe, proprio quando invece sarei pieno di ordini. È da poco uscito un articolo su di me su Road&Track, una prestigiosa rivista americana, e addirittura lo scorso novembre la mia storia è stata raccontata da una rivista di motori cinese. Cose di questo genere danno tanta popolarità in più, oltre alla soddisfazione di vedere un umile artigiano siciliano fare da ambasciatore della Sicilia in tutto il mondo. Una cosa che mi stupisce sempre e a cui non mi abituerò mai.

2 – Anche la Formula 1 fermata dal virus

Per chi è appassionato di motori da sempre, come me, questo periodo rappresenta una piccola sofferenza in più, visto che tutti i campionati sono stati giustamente fermati. Anzi, mi stupisco che la Formula 1 si sia ostinata a voler organizzare il Gran Premio d’Australia anche di fronte all’evidenza del Coronavirus. Sono dovuti arrivare a Melbourne per scoprire che non si poteva correre nemmeno lí. E se anche avessero corso, come avrebbero potuto continuare il campionato, con tutti quei Gran Premi in Asia nella prima parte della stagione? Ora a poco a poco tutti gli appuntamenti saltano ad uno ad uno, e davvero non si sa quale evoluzione potrà esserci. Staremo a vedere.

3 – L’ultimo paio di scarpe, prima dell’emergenza COVID-19, per quale pilota l’ha realizzato?

La maggior parte delle scarpe che realizzo oggi sono per lo più per appassionati che le usano nei raduni, nei concorsi di eleganza per auto d’epoca, o per i miei amici piloti che le usano per guidare tutti i giorni. Le mie scarpe da alcuni anni non sono più omologate per le corse. A me sta bene così: sono affezionato alle mie scarpe da corsa, dal primissimo paio di scarpe ad oggi sono cambiate pochissimo, direi quasi nulla, ma evidentemente anche i miei clienti sono affezionati alle mie scarpe, visto che molti di loro continuano a ordinarmele. Fra i più giovani piloti professionisti che sono i miei clienti c’è Marco Andretti, figlio di Michael e nipote del grande Mario, altro carissimo amico di vecchia data. Il primo paio di scarpe realizzato per lui risale agli anni ’70: un paio in pelle argentata che qualche anno fa ha voluto fotografare per farmi vedere come nonostante l’usura del tempo fossero ancora in buono stato. Marco invece ha scelto un modello tricolore, bianco rosso e verde: ci tengono a sottolineare la loro origine italiana. Gli Andretti sono persone speciali.

Foto: Marco Andretti

4 – Ciccio “brand ambassador” Porsche per lo sport della 718 Boxster…

Nella mia vita sono stati tanti i momenti in cui ho stentato a credere a quello che mi stava accadendo. Come quando nel ’76 la Ferrari ha telefonato qui nella mia bottega per ordinarmi le scarpe per i suoi piloti, Lauda, Reutemann e Regazzoni. O come quando i produttori del film Rush di Ron Howard sono venuti qui in Sicilia per chiedermi di fare le scarpe all’attore Daniel Buhl, che ha interpretato il ruolo di Niki Lauda nella pellicola. Ron Howard è un perfezionista e non ha trascurato nemmeno un dettaglio. Il mio rapporto con la Porsche è sempre stato speciale, fin da quando nel 1968 realizzai il primo paio di scarpe per Vic Elford. Delle scarpe davvero speciali: Vic ha subito l’amputazione dell’alluce del piede destro, dunque fare le scarpe su misura per lui non è stato facile. Ma il giorno dopo Vic ha dato alla Porsche una delle vittorie più memorabili della casa tedesca e da allora tutti hanno voluto le mie scarpe, soprattutto i piloti ufficiali Porsche, e molti di loro sono diventati miei amici. Eppure, quando qualche anno fa mi è stato comunicato che la Porsche aveva l’intenzione di fare uno spot come me protagonista sono rimasto di stucco. Come dico sempre ai miei amici scherzando, “al peggio non c’è mai fine..”.

5 Quale eredità lascerà l’emergenza coronavirus nello sport automobilistico

Nessuno sa con certezza come questo virus cambierà la nostra vita. Figuriamoci il mondo delle corse. Forse potremmo immaginare che il campionato di calcio potrebbe inizialmente prevedere partite a porte chiuse, ma il circo della Formula 1 muove troppe persone per poter ripartire piano piano, senza spettatori. Un giorno ci diranno che l’emergenza sarà finita e tutto tornerà come prima. Anche le corse. Almeno lo spero.

Mario Catalano