C’è anche la scrittrice Rosalba Costanza, con il suo racconto “Vite sospese”, tra i vincitori della seconda edizione del Premio letterario “Scribo” nella sezione menzioni di merito. L’agenzia Scribo, infatti, ha voluto premiare con una segnalazione di merito, sette elaborati, riscontrando in essi originalità, capacità narrativa ed estro creativo, che li rendono degni di attenzione e di interesse editoriale. La premiazione si sarebbe dovuta svolgere il 19 aprile scorso al Teatro Studio di Treglio, ma l’evento è stato rinviato a causa dell’emergenza coronavirus. Rosalba, dopo aver concluso il liceo classico “G.Ugdulena”, si è laureata in Scienze della Formazione Primaria e da due anni insegna al Centro studi l’Arcobaleno (scuola primaria) di Termini Imerese.

1- Hai ricevuto la menzione di merito al Premio Letterario “Scribo”. Una grandissima soddisfazione.

Una grandissima soddisfazione principalmente perché è arrivata inaspettata, ma anche perché è stata una creatura nata in un periodo molto difficile per me. E siccome credo fermamente che scrivere sia salvifico, questo racconto è stato una bella medicina naturale.

2- Facciamo un passo indietro. Qual è l’origine della tua opera?

Vite sospese è un racconto con cui ho partecipato al Premio letterario “Scribo” e che ha ricevuto la menzione di merito per originalità, estro e capacità creativa. Ho anche scritto un libro, “Per sempre oltre la vita”, pubblicato nel 2018 dalla Casa editrice Alter Ego di Viterbo nella collana intitolata Soffi. Per “Sempre oltre la vita”, guarda caso, è un romanzo terapeutico, scritto per elaborare una perdita e che ha aiutato tanti lettori.

Per sempre oltre la vita, Alter Ego (2018)

3- Da dove nasce il titolo “Vite sospese”?

Da dove nasce il titolo “Vite Sospese”? Semplice! Il racconto è ambientato all’aeroporto di Palermo, il protagonista si chiama Ercole e vi posso solo rivelare che è un poliziotto “particolare”, per due motivi: il primo resta un segreto, il secondo perché è un ottimo osservatore delle vite che scorrono davanti ai suoi occhi ogni giorno, a qualsiasi ora, vite sospese, proprio come gli aerei che ciascuno di noi è abituato a usare per viaggiare. Altro non aggiungo…

4- Come stai trascorrendo il periodo di emergenza coronavirus?

Sto trascorrendo il periodo di emergenza un po’ come tutti: resto a casa, esco solo per le comprovate necessità, continuo a lavorare con la mia scuola e la mia classe e scrivo…Sì…dovresti saperlo. Ho un gatto, Figaro, che è il mio compagno di vita da cinque anni. Una sera, quasi per gioco, mi sono detta: “Ma Figaro cosa direbbe di questo periodo? Si sta rendendo conto di qualcosa? O continua la sua vita di sempre? Allora mi sono inventata “Il diario della Quarantena di Figaro” che il blog CelppIntegraInForma ha deciso di pubblicare, cosa di cui ringrazio infinitamente, e che è il punto di vista del mio gatto, ruffiano, cinico, sornione, adulatore, convinto di essere il mio re. La cosa che più mi fa felice è che ha riscosso molti pareri positivi. La gente la sera aspetta la rubrica perché strappa sorrisi in un periodo così poco sereno. Ma non è detto che non faccia anche riflettere.

5- Come sarà la cultura nel Dopoepidemia?

Dipende. In genere la cultura dovrebbe rendere liberi. So di tante persone che non avevano mai aperto un romanzo che invece in questo periodo hanno iniziato a leggere. Naturalmente questo mi fa molto piacere, ma la cultura è altro: è mettere a disposizione del prossimo il proprio sapere, avere apertura mentale e non restare fossilizzati nelle proprie idee, è saper cambiare opinione. Come affermava il grandissimo Presidente Sandro Pertini: “Posso non essere d’accordo con le tue idee, ma mi batterò sempre affinchè tu le possa esprimere.” Ecco: la sana e vera cultura permette questo.

6- Quale sarà, in generale, l’eredità lasciata dal Codiv-19?

Il Covid 19 ci sta insegnando tante cose. Probabilmente in una prima fase saremo ancora figli della paura ed è normale, ma io sono una persona positiva e un’ottimista e quindi questo periodo ci ha ricordato a non sottovalutare gli affetti, a non dare nulla per scontato, ma soprattutto che esiste qualcosa che spesso sottovalutiamo e dimentichiamo: la Speranza.

Mario Catalano