giornalista freelance

Categoria: REPUBBLICA – PALERMO

“Posti per te e alle tue figlie”. Le promesse di Caputo & C.

“Prima, hanno promesso un posto di lavoro a me. Poi, alle mie figlie. Ci hanno preso in giro per un anno intero”. E’ amareggiato il signor Mario Faso, finito indagato pure lui per compravendita di voti assieme al politico Salvino Caputo. Racconta: “Ho creduto a quelle promesse solo perchè ero disperato. Un tempo avevo un ristorante, ma da sei anni sono ormai disoccupato”. E ripete: “Mi hanno preso in giro”. Salvino Caputo e i suoi fedelissimi erano una macchina di promesse, che si mosse molto tempo prima delle elezioni per il sindaco di Termini e poi intensificò l’attività in vista delle Regionali in cui era candidato il fratello di Caputo, Mario “detto Salvino”. Promesse a disoccupati disperati, ma anche a tanti furbetti. Il signor Dario Guercio sperava di essere trasferito in un’altra filiale bancaria. “E aveva accettato la promessa di Benito Vercio”, uno dei più attivi galoppini elettorali di Caputo. Trasferimento che doveva arrivare “tramite l’interessamento di Angelo Attaguile”, recita il capo di imputazione. Anche il signor Giacomo Imburgia puntava ad un trasferimento, in un altro ufficio dell’Asp: secondo la procura di Termini, fu direttamente Salvino Caputo a fare questa promessa. Le intercettazioni dei carabinieri hanno registrato ogni parola. Ma, adesso, il racconto del signor Mario Faso a Repubblica, aggiunge altri dettagli importanti. “Io parlavo con Loredana Bellavia (l’assessora dimissionaria di Termini – ndr): era lei che faceva da tramite con Salvino Caputo, diceva che era una persona perbene, squisita, in gamba. Io non lo conoscevo prima”. Un giorno – racconta Faso – la Bellavia venne al negozio di mia moglie. Era in corso la campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Termini. Chiese i voti della nostra famiglia, e inizialmente promise un posto di lavoro per me. Poi, nei successivi incontri, disse che forse non si poteva fare nulla per me, a causa dell’età. E spostò l’attenzione verso le mie figlie, proponendo diverse possibilità di lavoro”. Il signor Faso dice di aver sentito Salvino Caputo al telefono una sola volta. “Gli chiesi solo informazioni sulla facoltà di Medicina – tiene a precisare – e lui mi consigliò quella rumena di Enna”. Di più, il signor Faso non dice. C’è una indagine in corso. Secondo la ricostruzione della procura, c’era in ballo anche la promessa di un posto di lavoro per il genero di Faso e l’iscrizione a un corso di operatore socio-sanitario per un’altra figlia. Non si realizzò nulla, ma intanto il signor Faso e sua moglie sono finiti indagati, “per aver accettato la promessa”. L’assessora Bellavia sollecitava Caputo a intervenire, e visto che “stava temporeggiando” recita il capo di imputazione, decise di accompagnare il Faso dal neo sindaco di Termini, Francesco Giunta. Promesse su promesse. Grazie a una rete di galoppini e grandi elettori. Loredana Bellavia avrebbe raccolto 300 voti per Mario Caputo detto Salvino. Il consigliere comunale Michele Galioto, 200. Il custode della biblioteca cittadina, Agostino Rio, 300. Cento in meno avrebbero raccimolatoo Benito Verci e Stefano Vinci. La macchina Caputo macinava soprattutto promesse per posti di lavoro. La signora Rossella D’Agostino sperava in un contratto come educatrice o come commessa in un supermercato di Palermo. Il signor Salvatore Pecoraro sperava nell’assunzione del figlio presso un supermercato. A Davide Saija avevano invece promesso un posto all’istituto di vigilanza Mondialpol. In un’assunzione puntavano pure GiulioFortino e Francesca Egiziano, la figlia dell’ex segretario del Partito Democratico di Termini che si è dimesso due anni fa. Ad Agostino Lo Presti avevano promesso l’assunzione della cognata. Al signor RenatoVuolo, avevano promesso invece che la figlia sarebbe stata favorita nella prova di ammissione alla facoltà di Scienze infermieristiche. E c’era chi continuava a credere che il vero candidato fosse Salvino, non Mario Caputo. I galoppini erano mobilitati: “La gente fuori non deve sapere, non glielo dobbiamo spiegare. Mentre Salvino faceva una grande campagna elettorale nei pesi della provincia. “Faccio stalking”, si vantava della sua insistenza. “Non è necessario che vieni tu”, diceva al fratello.

Mario Catalano (6 aprile 2018)

Ismail, il modello arrivato sul barcone

Dal suo paese, il Gambia, è andato via quando aveva 15 anni. Ha attraversato cinque Stati (Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Libia), quasi tutti a piedi, poi ha sfidato il Mediterraneo su un barcone malconcio fino alle coste siciliane. E, adesso, il futuro è così vicino che Ismail può toccarlo. Ed è un futuro fatto di passerelle, luci dei riflettori, flash dei fotografi, abiti, bellezza. Già, perchè Ismail Drammeh, che oggi ha 19 anni, è diventato un modello. Uno di quelli che sfilano per le case di abbigliamento. Per il momento solo passerelle locali, anche a Palermo. Ma il sogno di Ismail è Milano, ed è vicinissimo: una delle più importanti case di moda italiane gli ha offerto un contratto. E lui non si è fatto sfuggire l’occasione. Anche perchè dalla passerella potrà lanciare un grido contro il razzismo. Dice Ismail: In questo mondo ci sono persone brave e cattive, ma tutto ciò non dipende dal colore della pelle. Abbiamo tutti lo stesso sangue. Cambia solo il colore e la bellezza batte il razzismo. Devo fare vedere a migliaia di persone il razzismo è una stupidaggine”. Ismail abita da circa due anni e mezzo nella comunità “La casa di Ina” a Termini Imerese. Quando è scappato dal Gambia, sua madre non ha avuto più sue notizie per otto mesi. Ha impiegato circa un anno prima di arrivare dal Gambia alla Libia. Durante il suo viaggio ha svolto diversi mestieri per guadagnare qualcosa. Poco prima di arrivare nello stato libico, Ismail ha deciso di chiamare i suoi genitori. La mamma credeva ormai fosse morto. La storia di Ismail è quella di centinaia di migliaia di profughi che risalgono l’Africa e prendono il mare rischiando la vita per cercare la vita. “In un anno e mezzo in Libia sono andato in prigione tre volte perchè non avevo documenti – racconta Ismail – e mi hanno pure dato una coltellata alla gamba”. Poi, è riuscito salire su un barcone. Il viaggio è durato due giorni. “Sono stato senza mangiare. L’unica cosa che potevo mettere nello stomaco è stata l’acqua del mare. Quando mi hanno accolto sulla nave italiana mi hanno dato riso, cracker e acqua”. Subito dopo Ismail è arrivato a Palermo, ed è stato affidato alla comunità termitana. “Gli educatori in comunità mi hanno accolto benissimo”, ricorda il giovane, che adesso frequenta l’Istituto Alberghiero di Caccamo. La passione verso il mondo della moda è nata per caso. Un pomeriggio, mentre era a mare, i suoi amici gli hanno fatto vedere diversi video di sfilate milanesi. E’ stato amore a prima vista. “Ho pensato: posso farlo anche io”, dice Ismail. E così i responsabili della comunità di accoglienza lo hanno messo in contatto con alcuni organizzatori di sfilate di moda. “La mia prima sfilata è stata a Cerda – ricorda Ismail – mi hanno visto e subito mi hanno inserito nel gruppo del negozio Giglio. Ho sfilato a Villa Malfitano, Villa Igiea e in via Libertà”. E adesso, quando firmerà il contratto che gli è stato proposto per lui si apriranno le porte delle grandi sfilate. E lui, Ismail che ha attraversato a piedi l’Africa, potrà mandare foto nuove alla sua famiglia in Gambia. Una, di lui in passerella, i genitori l’hanno già vista. “I miei genitori hanno preso bene la carriera di modello. Mia sorella quando mi ha visto anche lei voleva fare la modella. Ma io le ho sconsigliato di intraprendere il viaggio pericoloso che ho fatto io. Quello che mi ha spinto ad andare avanti, a fare sacrifici e non mollare mai, non montarmi la testa e avere sempre i piedi a terra. Se non si fanno sacrifici non va avanti. Solo così posso avere un futuro migliore”.

Mario Catalano (17 febbraio 2018)

Blutec non paga le tasse. Il Comune di Termini in causa per due milioni

La società Blutec, marchio nato nel 2014 all’interno del Gruppo Metec per rilevare lo stabilimento ex Fiat, è debitrice nei confronti del Comune di Termini Imerese per oltre due milioni di euro. L’azienda non ha ancora pagato Imu, Tari e Tasi. Nel dettaglio, si tratta di un milione 600mila euro di Imu e 550mila  euro di Tasi, entrambe per il biennio 2015-2016, e duemila euro di Tari per il 2016. Lo scorso anno Termini has incassato in tutto dall’Imu poco meno di due milioni e mezzo di euro. Se la Blutec avesse saldato il debito, avrebbe dato una grossa boccata d’ossigeno alle casse comunali. Durante diversi incontri, nei mesi scorsi, il commissario Girolamo Di Fazio ha sollecitato alla società piemontese il pagamento delle somme. I vertici dell’azienda hanno chiesto di poter rateizzare l’importo dovuto. Di Fazio si è detto disponibile ma non ha avuto una risposta da parte dei vertici Blutec. Perciò nei prossimi giorni avvierà un’azione legale per la riscossione. Intanto nello stabilimento va avanti il conto alla rovescia verso l’avvio della produzione. Il 2 maggio altri trenta operai sono rientrati in fabbrica e saranno impegnati in quattro ore di lavoro e quattro di corso. Si sono aggiunti ai 90 rientrati nei mesi scorsi. “E’ un fatto importante l’ingresso nello stabilimento di 120 lavoratori Blutec su 696 – dice Roberto Mastrosimone, leader della Fiom Cgil – Si deve rilanciare subito l’attività industriale”. “Da questo mese si aspetta l’arrivo dei macchinari ordinati da Blutec a fine 2016”, ricorda Giovanni Scavuzzo Battaglia, della Fim Cisl. E Vincenzo Comella, della Uilm, incalza: “Pur volendo riconoscere la bontà del progetto, ritengo che non ci siano tutti gli elementi per sciogliere le riserve e dare totale fiducia al progetto”. Il 30 marzo è stato firmato un verbale di accordo tra Blutec, rappresentata dall’amministratore delegato Cosimo Di Cursi, e i sindacati. L’accordo prevede la proroga della cassa integrazione per due anni, fino al 24 settembre 2019. Riguarderà 610 lavoratori, di regola a zero ore settimanali.

Mario Catalano (5 maggio 2017)

Usò l’auto del Comune, l’ex sindaco risarcisce con 18 mila euro

L’ex sindaco di Termini Imerese risarcirà con 18 mila euro il Comune, per il danno di immagine procurato. Questa è la somma che Salvatore Burrafato ha concordato con l’attuale commissario straordinario Girolamo Di Fazio. Con il risarcimento, l’amministrazione termitana non si costituirà parte civile nel processo che vede imputato l’ex sindaco per peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Burrafato è accusato di aver utilizzato, in diverse occasioni, l’auto del Comune e il relativo autista per scopi assolutamente personali che hanno causato un danno all’amministrazione. Il prossimo 4 maggio, si terrà l’udienza preliminare, in cui verrà discussa la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura di Termini. Non ci sarà il Comune parte civile, proprio in virtù del risarcimento pagato. Nel luglio scorso, per Salvatore Burrafato e per il dipendente comunale Marino Battaglia era scattata una misura cautelare: il giudice delle indagini preliminari Michele Guarnotta aveva disposto l’obbligo di firma, una volta al giorno, in orari prestabiliti, alla caserma dei carabinieri. I 18 mila euro sono la quantificazione del danno d’immagine per il Comune, la vicenda ha avuto una certa eco anche a livello nazionale.

Mario Catalano (11 aprile 2017)

La Phiale in mostra

La Phiale aurea, appena rientrata dalla mostra “La tutela tricolore” dedicata ai custodi dell’identità culturale dell’Italia e ospitata dalla Galleria degli Uffici di Firenze, da oggi fino al 28 maggio sarà esposta per la prima volta al museo archeologico regionale “Antonio Salinas” (in piazza Olivella). La Phiale, solitamente esposta al museo di Himera, è una sorta di diva dell’archeologia siciliana, reduce da una tournée” durante la quale è stata esposta in sedi di prestigio. Nel corso degli anni, infatti, la Phiale aurea è stata esposta all’Expo di Shanghai, nella sede del Musée d’Archéologie Méditerranéenne del Centre de la Vieille Charité a Marsiglia, al Museo archeologico dell’Università svizzera di Zurigo e al Getty Museum di Malibù. «L’esposizione a Firenze è andata molto bene – commenta la direttrice del Salinas Francesca Spatafora – Le è stato dato lo spazio che meritava. Abbiamo approfittato del rientro dagli Uffizi per esporla al Salinas. Sarà collocata nella stessa stanza dove abbiamo esposto la testa di Ade. Ci auguriamo che durante questo periodo pasquale possa riscuotere lo stesso successo di pubblico». La preziosa opera di oreficeria è una coppa bassa, realizzata tutta in oro, di 982,40 grammi. Probabilmente l’oggetto fu un’offerta alle divinità all’interno di un santuario. Vasi dello stesso tipo, infatti, realizzati però in terracotta venivano solitamente utilizzati per offerte e libagioni nel corso di cerimonie a carattere religioso. La Phiale aurea ha una vasca larga e bassa, caratterizzata dalla presenza di un grosso ombelico centrale (omphalos) ed è interamente decorato a sbalzo. L’iscrizione del vaso è in caratteri greci, databili tra la fine del del IV e l’inizio del III secolo avanti Cristo. Da ciò si deduce che venne dedicata dal damarchos Akyrios (il nome personale accompagnato dalla denominazione della carica di magistrato) o da Damarco figlio di Akyrio. Il museo Salinas sta attraversando un periodo molto positivo nonostante sia fruibile solo parzialmente. «Abbiamo organizzato tante attività, dalla didattica alla comunicazione, che ci hanno permesso di aprirci sempre più al mondo – dice la Spatafora – Nel 2016 la struttura è stata visitata da più di 60 mila persone. In questi primi mesi del 2017 il trend è in crescita. E’ una meta abbastanza gradita da molte scolaresche». L’apertura dell’esposizione è in programma oggi pomeriggio alle 17: potrà essere visitata, gratuitamente, dal martedì al sabato, la mattina dalle 9:30 alle 13:30 e il pomeriggio dalle 14:30 alle 17:30, la domenica dalle 9:30 alle 13:30. All’inaugurazione saranno presenti tra gli altri l’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio e il Dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Gaetano Pennino.

Mario Catalano (5 aprile 2017)

Ex campione precipita con parapendio. E’ ferito

Tragedia sfiorata, ieri pomeriggio, per il giovane professionista di parapendio Giuliano Minutella. Dopo pochi secondi dall’inizio del decollo, il trentaduenne originario di Castelbuono si è schiantato contro un masso a causa della chiusura della vela, finendo in una scarpata e cadendo da una decina di metri. L’episodio si è verificato in contrada Ferro di Cavallo, vicino alla provinciale 25. Subito sono arrivati i soccorsi. Minutella è stato trasportato in elisoccorso all’ospedale Villa Sofia di Palermo. A causa dell’impatto, il giovane si è fratturato una vertebra e la clavicola, è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Minutella pratica parapendio da dieci anni, è un nome noto nel settore: nel corso del tempo ha trasformato la sua più grande passione in lavoro. Oggi, infatti, possiede il brevetto che permette di accompagnare in volo un passeggero. L’anno scorso ha conquistato il primo posto al campionato italiano di parapendio, a Cornizzolo. Ieri sera avrebbe dovuto prendere la nave per andare in Liguria, in vista dei campionati italiani, si stava allenando per questa competizione, ma qualche cosa non è andata per il verso giusto.

Mario Catalano (29 marzo 2017)

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén