Dal suo paese, il Gambia, è andato via quando aveva 15 anni. Ha attraversato cinque Stati (Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Libia), quasi tutti a piedi, poi ha sfidato il Mediterraneo su un barcone malconcio fino alle coste siciliane. E, adesso, il futuro è così vicino che Ismail può toccarlo. Ed è un futuro fatto di passerelle, luci dei riflettori, flash dei fotografi, abiti, bellezza. Già, perchè Ismail Drammeh, che oggi ha 19 anni, è diventato un modello. Uno di quelli che sfilano per le case di abbigliamento. Per il momento solo passerelle locali, anche a Palermo. Ma il sogno di Ismail è Milano, ed è vicinissimo: una delle più importanti case di moda italiane gli ha offerto un contratto. E lui non si è fatto sfuggire l’occasione. Anche perchè dalla passerella potrà lanciare un grido contro il razzismo. Dice Ismail: In questo mondo ci sono persone brave e cattive, ma tutto ciò non dipende dal colore della pelle. Abbiamo tutti lo stesso sangue. Cambia solo il colore e la bellezza batte il razzismo. Devo fare vedere a migliaia di persone il razzismo è una stupidaggine”. Ismail abita da circa due anni e mezzo nella comunità “La casa di Ina” a Termini Imerese. Quando è scappato dal Gambia, sua madre non ha avuto più sue notizie per otto mesi. Ha impiegato circa un anno prima di arrivare dal Gambia alla Libia. Durante il suo viaggio ha svolto diversi mestieri per guadagnare qualcosa. Poco prima di arrivare nello stato libico, Ismail ha deciso di chiamare i suoi genitori. La mamma credeva ormai fosse morto. La storia di Ismail è quella di centinaia di migliaia di profughi che risalgono l’Africa e prendono il mare rischiando la vita per cercare la vita. “In un anno e mezzo in Libia sono andato in prigione tre volte perchè non avevo documenti – racconta Ismail – e mi hanno pure dato una coltellata alla gamba”. Poi, è riuscito salire su un barcone. Il viaggio è durato due giorni. “Sono stato senza mangiare. L’unica cosa che potevo mettere nello stomaco è stata l’acqua del mare. Quando mi hanno accolto sulla nave italiana mi hanno dato riso, cracker e acqua”. Subito dopo Ismail è arrivato a Palermo, ed è stato affidato alla comunità termitana. “Gli educatori in comunità mi hanno accolto benissimo”, ricorda il giovane, che adesso frequenta l’Istituto Alberghiero di Caccamo. La passione verso il mondo della moda è nata per caso. Un pomeriggio, mentre era a mare, i suoi amici gli hanno fatto vedere diversi video di sfilate milanesi. E’ stato amore a prima vista. “Ho pensato: posso farlo anche io”, dice Ismail. E così i responsabili della comunità di accoglienza lo hanno messo in contatto con alcuni organizzatori di sfilate di moda. “La mia prima sfilata è stata a Cerda – ricorda Ismail – mi hanno visto e subito mi hanno inserito nel gruppo del negozio Giglio. Ho sfilato a Villa Malfitano, Villa Igiea e in via Libertà”. E adesso, quando firmerà il contratto che gli è stato proposto per lui si apriranno le porte delle grandi sfilate. E lui, Ismail che ha attraversato a piedi l’Africa, potrà mandare foto nuove alla sua famiglia in Gambia. Una, di lui in passerella, i genitori l’hanno già vista. “I miei genitori hanno preso bene la carriera di modello. Mia sorella quando mi ha visto anche lei voleva fare la modella. Ma io le ho sconsigliato di intraprendere il viaggio pericoloso che ho fatto io. Quello che mi ha spinto ad andare avanti, a fare sacrifici e non mollare mai, non montarmi la testa e avere sempre i piedi a terra. Se non si fanno sacrifici non va avanti. Solo così posso avere un futuro migliore”.

Mario Catalano (17 febbraio 2018)