Nel 2014 le sue cravatte sono state scelte come cadeaux dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano congiuntamente al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, per i cinquantasei Capi di Stato e seicento ministri in visita in Italia per il Semestre Europeo. Nel 2015 il Cerimoniale della Repubblica ha scelto le cravatte Talarico come presente istituzionale per gli incontri del Presidente della Repubblica Mattarella. Nel 2017 Paolo Gentiloni ha utilizzato cravatte e foulard di fattura Talarico, come omaggio al 60° anniversario dei Trattati di Roma. Nello stesso anno la Talarico Cravatte è stata scelta come fornitore ufficiale di cravatte e foulard per i Capi di Stato del G7 Taormina. Lui è Maurizio Talarico, fin da piccolo cresciuto con il culto della cravatta. Nel 1999 non trovando più chi producesse cravatte con le esigenze ed i requisiti di un tempo, ha deciso di mettersi a produrre in proprio, fondando la Talarico Cravatte a Roma.

Sono bastati pochi anni affinché la sua azienda diventasse il punto di riferimento dell’eleganza maschile. Le sue cravatte cingono il collo dei protagonisti della politica: dai Presidenti Cossiga, Renzi, Mattarella, Gentiloni, Prodi, Casini, Berlusconi, agli americani Bush, Obama e Trump; dai Presidenti e Amministratori delegati del mondo della finanza, del giornalismo, fino ad ambasciatori e reali. È fornitore di importanti corporate ed istituzioni, che scelgono una Talarico Cravatte come un made in Italy da omaggiare ai propri ospiti sia italiani che internazionali, tra i quali: Segreteria Generale del Quirinale, Presidenza del Senato, Presidenza della Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Anche il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, la sera del 10 aprile scorso, quando ha annunciato di aver firmato il nuovo dpcm con cui vivano prorogate fino al 3 maggio le misure restrittive adottate per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, indossava una cravatta Talarico.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa del 10 aprile scorso

1- Non trovando più chi producesse cravatte, con le esigenze ed i requisiti di un tempo, ha deciso di mettersi in proprio per produrle. Quali sono i requisiti di un tempo?

I requisiti di un tempo erano soprattutto l’artigianalità del prodotto. Non esistevano grossi brand che commercializzavano cravatte. Ci si rivolgeva a un artigiano che era specializzato nella produzione di solo cravatte sartoriali. Noi rappresiantiamo ciò, un prodotto realizzato esclusivamente a mano e facciamo solo quello in cui siamo specializzati cravatte. Ci  definiamo custodi dell’artiginalità.

Talarico Cravatte

2- Negli ultimi trent’anni qual è stata l’evoluzione della cravatta?

La cravatta ha mantenuto sempre la sua forma  in questi anni, tante volte si è allargata o ristretta nelle dimensioni. L’unica cosa che cambia sono i colori in base all’esigenza dei tempi.

3- La sua azienda è il punto di riferimento internazionale dell’eleganza maschile. Quali sono stati gli ingredienti giusti del suo percorso lavorativo?

Fin da quando ho fondato nel 1999 la Talarico Cravatte, sono stato un meticoloso nel cercare le migliori tessiture ancora artiginali, e selezionare artigiani che lavorano nel mio laboratorio realizzando manufatti come un tempo. Concludendo, ho applicato una qualità omniacomprensiva

4- Nel 2017 siete stati scelti come fornitori ufficiali di cravatte e foulard per i Capi di Stato del G7 Taormina. Il made in Italy ha confermato la sua qualità a livello mondiale. Quanto è importante?

Noi siamo un brand internazionale che porta un nome importante ed ingombrante in ogni settore manifatturiero, si chiama made in Italy.

5- Come sta vivendo il periodo di emergenza coronavirus?

Come tutti gli italiani, in casa lavorando in smart working. Bloccate sia la produzione che la vendita, è rimasto aperto solo il servizio online.

6- Come ripartirà Talarico dopo il Covid-19?

Ripartiremo con una stagione persa in termine di fatturato e un magazzino con cravatte prodotte rimaste invendute, sperando che nei mesi successivi si riusciranno a vendere, la restante parte sarà inviata in Giappone.

7- Quale sarà, in generale, l’eredità lasciata da questo periodo?

Guardi, questa pandemia ha colto di sorpresa tutti dai sanitari agli economisti, è difficile fare una previsione futura economica, potrà esserci una ripresa lenta, più importante o viceversa. Non credo alle previsioni, in quanto non abbiamo dati economici pregressi di tale eventi in un mondo globalizzato come quello odierno. Credo che il tempo sia l’unica via maestra da seguire indicandoci man mano che si tornerà alla normalità le vie da percorrere. Essendo un positivo ed un ottimista di natura, sto creando nella mia azienda condizioni per un futuro senza grandi traumi.

Mario Catalano